Tremila anni di montagna vissuta
Cultura
Tremila anni di montagna vissuta
Le valli del Parco erano già frequentate nella preistoria: a partire da allora, queste montagne tra la costa mediterranea e il piano sono state attraversate da innumerevoli viandanti.
Le valli del Parco erano già frequentate nella preistoria: a partire da allora, queste montagne di passaggio tra la costa mediterranea e il piano sono state attraversate da innumerevoli viandanti: pastori, mercanti, soldati, pellegrini, alpinisti, speleologi, ...
Ciascuno ha lasciato tracce dietro di sé: sono alpeggi, imponenti edifici religiosi e splendide grange certosine, antiche vie per il commercio del sale, fortificazioni militari, rifugi alpini adagiati sulle forme morbide e accoglienti di queste montagne.
Questa sezione del sito ripercorre in breve quelle fasi della preistoria e della storia che hanno lasciato sul territorio del Parco impronte così profonde da essere individuabili ancora oggi, a distanza di secoli o addirittura di millenni: si tratta di siti archeologici che permettono di ricostruire il lavoro di un fabbro dell’età del Bronzo, delle tracce dell’imponente organizzazione religiosa e economica che l’ordine dei Padri Certosini ha saputo imprimere alla Valle Pesio, sono i resti delle attività legate alla fabbricazione di vetro e ceramiche, sono i segni dei combattimenti che si sono consumati su queste montagne nel corso del secondo conflitto mondiale, sono borgate abbandonate e ardite mulattiere militari che attraversano un paesaggio alpino in mutamento in una eterna danza (o piuttosto, in un eterno braccio di ferro) fra l’intervento degli esseri umani e la forza della natura. Oggi le case in quota, costruite ad arte per conservare il calore e scampare alle valanghe e i muri a secco crollati lungo le mulattiere nei boschi sembrano manufatti preistorici, ma non vanno tanto più in oltre il tempo dei nostri bisnonni.
Poi sono arrivati il Parco e il turismo alpino, a portare due idee nuove di natura: la conservazione di un mondo biodiverso per le generazioni future e il godimento estetico ed etico dell’ambiente naturale. La sfida oggi è riuscire a conciliare questi due importanti aspetti.