Valle Pesio

Lændemic Art

Valle Pesio

Lændemic Art è un percorso artistico inaugurato il 1° giugno 2019 che si sviluppa tra la Certosa di Pesio e il Pian delle Gorre, due luoghi simbolo del Parco naturale del Marguareis.

Opera "Primordia" | G. Bernardi.

Lændemic Art è un percorso artistico inaugurato il 1° giugno 2019 che si sviluppa tra la Certosa di Pesio e il Pian delle Gorre, due luoghi simbolo del Parco naturale del Marguareis.
Le opere d'arte sono state realizzate sul tracciato del sentiero naturalistico autoguidato permanenti da artisti con materiali prevalentemente reperiti in loco (rami, cortecce, pietre…). Le creazioni, costituite da materiali deperibili, sono quindi destinate a "biodegradarsi" e tornare parte del bosco.

Lændemic Art è un'iniziativa nata per valorizzazione il paesaggio e le risorse ambientali del territorio promuovendo nello stesso tempo una riflessione su pratiche artistiche che interagiscono sull’ambiente naturale nel reciproco rispetto. Stupore per la bellezza della natura e delle opere, meraviglia per il loro dialogo continuo che intreccia spazi, linguaggi, azioni sono le emozioni che prova chi percorre il sentiero Lændemic Art.


Consulta e scarica la mappa di Lændemic Art

Caratteristiche tecniche del sentiero

Sviluppo: 4 km, circa.*
Dislivello: +200 m.*
Difficoltà: E.*
*I valori sono riferiti al percorso di sola andata dalla Certosa a Pian delle Gorre.

Le opere lungo il sentiero

“Case per uccelli” | Marina Pepino
Qui la natura dialoga con l’antico mestiere dell’intreccio contadino.
I rami di nocciolo manipolati dall’artista, si trasformano in case per uccelli in cui essi possono liberamente rifugiarsi o spiccare il volo.

“Tempio” | Letizia Coglitore
“Tempio” vuole rievocare la profonda connessione tra il divino e la Natura.
Il visitatore, per giungervi, è costretto a ricreare un pellegrinaggio nel quale, immergendosi ad ogni passo più profondamente nel suono pervasivo del fiume, ha l’occasione di ricostruire quell’antica connessione con la Natura.

“Contatto diretto” | Ilaria Besso, Arianna Perrone, Anita Stella Macario
L’installazione si presenta come un luogo in cui poter stabilire un contatto diretto con la natura, aiutati dallo spazio appartato ricreato con corde ed elementi naturali.
Con la possibilità di sedersi al centro, lo spettatore oltre al dato visivo, viene stimolato da impulsi sonori creati con canne e sassi che entrano in dialogo con la voce del torrente.

“Eris" | Chiara Gonella, Erica Savigliano
La Dea della discordia e della contesa, come Esiodo rammenta, ha anche un'altra natura, che se compresa può essere d'aiuto ai mortali: quando si presenta nella forma della competizione, Eris è di stimolo agli uomini, spingendoli a superare i propri limiti.
L’installazione si, infatti, ne rivela il volto solo quando il visitatore si spinge oltre, giungendo sino a sedersi al suo centro.

“Pareidolia” | Maia Barroero
Pareidolia è la tendenza istintiva e automatica a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate; l'associazione si manifesta in special modo verso le figure e i volti umani.
Si ritiene che questa tendenza sia stata favorita dall'evoluzione, poiché consente di individuare situazioni di pericolo anche in presenza di pochi indizi.

“Battito” | Tommaso Fioroni, Gianluca Porzio
L’installazione vuole riprodurre l’andamento dell’onda generata da un battito. L’inizio di un suono generatore e rigeneratore. Il visitatore è invitato ad attraversarlo e, così facendo, a lasciarsi permeare dagli impulsi vitali del bosco e della musica che ne ha caratterizzato la realizzazione.

“Primordia” | Rebecca La Corte, Giorgia Rocca, Romanyshyn Anastasia
In un tratto di bosco “incantato”, tra piccoli massi erranti tappezzati di muschio, spuntano grandi uova realizzate con rete metallica e cordino. Esse contengono feti composti da elementi naturali.
Così uomo e natura si ritrovano a rinascere in un comune principio, inizio di un'epoca, di un movimento all’unisono.

“Almas” | Cecilia Castronuovo, Sara magni
Figure stilizzate femminili a dimensione umana, realizzate con rete metallica, elementi naturali e calce paiono fuoriuscire dagli alberi dell’abetaia e, con taglio prospettico aperto verso il sentiero, venirci incontro a ricordarci le nostre origini, la nostra madre terra… le nostre Anime.

“Fermati un atomo” | Nicoletta Viale, Romina Bruno
Noi, la natura siamo atomi. Le artiste hanno voluto realizzare un atomo di ossigeno, l'elemento più abbondante sulla crosta terrestre. Gli alberi che lo accolgono lo generano attraverso la fotosintesi.
Attraverso la rappresentazione di un’immagine disgiunta dove le orbite, gli elettroni, i protoni e i neutroni sono divisi, viene lanciato un monito: fermarsi, per non fermare questo processo.

“Contrappunto – Dittico” | Cristina Saimandi
Come nella sovrapposizione di linee melodiche indipendenti del contrappunto musicale, nelle due vicine installazioni l’artista ha cercato l’intreccio tra natura e cultura, nel rispetto delle regole compositive di entrambe. Gli elementi naturali (rami trasformati in bianche radici e ceppi raccolti), insieme all’antropizzazione umana (terra della carbonaia, vasca), hanno generato nuova vita.

“Punto di vista” | Gaia Zurlo, Aurora Praturlon
Teso tra due enormi radici divelte dal terreno, un cerchio di grandi dimensioni, realizzato con materiali naturali e canapa si insinua a dialogare con esse e con il bosco attorno. Visto dal sentiero esso cela quasi completamente la natura retrostante, ad esclusione dell’apertura circolare centrale che intende focalizzare l’attenzione ed indurci a spostare lo sguardo anche verso l’alto.

“Samare” | Stella Boffa, Sara Benincasa
L’installazione intende riprodurre, ingrandita, la traccia di una samara appena staccata da un acero. Il frutto secco è atto a sfruttare la forza del vento per una più ampia diffusione del seme contenuto e plana con andamenti elicoidali.

“Vis” (sogno) | Chiara Longo - Maria Zaharie
L’idea è quella di creare un momento surreale, immergere il visitatore in un mondo onirico, dove realtà e sogno si incontrano, natura e cultura si abbracciano.

“Bigwood Mamba” | Andrea Pettiti, Giulio Davico
L'opera è stata concepita a partire da un possente masso erratico che costituisce il muso di un rettile il cui corpo, realizzato unicamente con tronchi, frasche di conifere e corda di canapa, si snoda nel pendio retrostante, divincolandosi tra gli alberi per circa trenta metri.
L’opera incarna un preciso scopo simbolico di rinascita.


Laendemic Art è un’iniziativa cofinanziata dai Fondi Europei di Sviluppo Regionale (FESR) Programma di Cooperazione INTERREG V-A Italia – Francia 2014 -2020 ALCOTRA Giardini delle Alpi.

Ultimo aggiornamento: 29/12/2022

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