In equilibrio sull'alpe: boschi, pascoli, contadini

Uomo e territorio

In equilibrio sull'alpe: boschi, pascoli, contadini

Antichissime vie di comunicazione attraverso i valichi mai troppo alti e percorribili per buona parte dell’anno.

Passo del Duca | Archivio APAM, A. Rivelli

Due voci possenti ha il mondo: la voce del mare e la voce della montagna.

W. Wordsworth

Entrambe le voci possenti del mondo si possono ascoltare dalle vette del Parco, sospese fra il Mediterraneo e la Pianura Padana. Il loro ruolo di perno e cerniera ha reso queste montagne e queste valli antichissime vie di comunicazione attraverso i valichi mai troppo alti e percorribili per buona parte dell’anno.
Nel corso dei secoli pastori, uomini in arme, pellegrini e commercianti hanno percorso le vie marenche – le vie che portano al mare – cercando di aggirare, nemici, banditi, gabelle e gabellieri.
Con il bestiame al seguito, le armi addosso, la fede nel cuore o sale e formaggi da barattare, uomini e donne hanno consumato coi loro passi i tracciati oggi percorsi dagli escursionisti.

Appena più a valle, dove per vivere non c'era altra scelta che imparare l’arte di rimanere in equilibrio sull’alpe, utilizzandone al meglio le risorse, l’economia di sostentamento della civiltà alpina basata sul taglio del bosco, l’allevamento e la coltivazione ha retto per molti secoli, per poi tramontare rapidissima nel secondo dopoguerra. Oggi le borgate abbandonate in quota, costruite ad arte per conservare il calore e scampare alle valanghe, i muri a secco crollati lungo le mulattiere nei boschi sembrano manufatti preistorici, ma sono manufatti che non vanno tanto più in là dei nostri bisnonni.

Aguzzando bene la vista, potremo trovare quasi ovunque le tracce del passaggio di qualcuno che ci ha preceduto: fortezze in quota come al campo trincerato del Colle di Tenda, cerchi di pietre ammucchiate come rozzo riparo dei pastori, monumenti ad alpigiani sfortunati – colti dalla tempesta durante il cammino verso casa. Le terre alte sembrano a chi arriva dalla città territori incontaminati, ma il paesaggio alpino è un paesaggio costruito dall’uomo, che ha scelto gli alberi e li ha tagliati per il legname, ha disboscato e dissodato per ricavare campi e pascoli, ha cacciato fino all’estinzione alcune specie (come il lupo e lo stambecco) e ne ha favorite altre.

Se il paesaggio alpino delle Alpi Marittime è la montagna dipinta da un pittore romantico, le Alpi Liguri sarebbero state un soggetto adatto per Segantini: dolci, intrise di luce e splendenti di blu, con gli animali al pascolo a movimentare la scena. È questo il fascino rilassante delle Alpi Liguri: una natura alpina mai troppo severa, che custodisce la memoria e il presente di una storia scritta da generazioni di alpigiani.

Ultimo aggiornamento: 03/11/2022

Iscriviti alla nostra newsletter

Resta aggiornato sugli eventi e le storie delle aree protette