Lepre variabile
Lepus timidus

All’interno del Parco naturale del Marguareis è da considerarsi del tutto occasionale e fortunatissimo l’incontro con la lepre bianca, come comunemente viene chiamata la lepre variabile (Lepus timidus) per la muta invernale che, con l’eccezione della punta delle orecchie sempre nere, la rende completamente candida. In estate il mantello ha un colore grigiastro, nettamente meno rossiccio di quello della lepre comune, rispetto alla quale ha anche orecchie più corte e arti più raccolti. La muta autunnale inizia ai primi di ottobre e il mantello, a partire dalle zampe, si sbianca sino ad arrivare intorno inizio novembre ad essere completamente candido. La muta è regolata dal fotoperiodo anziché dalla temperatura o dalle condizioni di innevamento. La specie, come la sua congenere di pianura, ha abitudini esclusivamente notturne, e quindi l’incontro è legato al caso (e a una gran botta di fortuna, diciamocelo). Praticamente l’unico metodo per dare una valutazione sulla densità di questo animale sul territorio è osservane le tracce caratteristiche sul terreno innevato.
La lepre bianca, così come i tetraonidi, ha origini artiche, essendo stata spinta a sud dalle glaciazioni quaternarie. A seguito del ritiro dei ghiacci, la specie è rimasta isolata sui massicci alpini - le uniche zone abbastanza fredde per i suoi gusti in un mondo che andava riscaldandosi - come popolazione relitta. Le dinamiche demografiche di tale specie, poco studiata e quindi poco conosciuta, sfuggono a valutazioni precise. Va rilevato tuttavia che dall’istituzione dell’area protetta, dopo un incremento nei primi 2-3 anni, attualmente la specie è più scarsa che non in passato, in particolare nel versante della Valle Pesio, mentre nel versante della Valle Tanaro le consistenze appaiono nettamente migliori. I motivi di queste dinamiche non sono al momento ancora chiari.